Edificio residenziale di 30 alloggi in località Pian delle Fornaci a Siena (SI)

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     Il tema della riconversione di vecchi edifici produttivi posti ai margini delle nostre cittadine è uno dei temi piu' importanti e interessanti da affrontare da un punto di vista architettonico- urbanistico. Fra i fenomeni che in questi ultimi decenni hanno generato una rivoluzione negli assetti urbanistici in tutte le città, due sono da considerare decisivi:

1.     la chiusura progressiva di molte attività produttive che occupano larghe parti di territorio urbano che ha determinato la dismissione di molte infrastrutture obsolete (gasometri, mercati, ospedali psichiatrici, macelli, ecc.); 

2.     la genesi di una forma di città estesa e diffusa lungo i grandi sistemi di collegamento.   
 

     Il paesaggio delle nuove periferie assume di conseguenza nuovi connotati creando ulteriori opportunità di modificazione e di ricostruzione che fino a pochi anni fa erano ancora impensabili. Molto spesso aree residenziali e/o aree costituite da capannoni industriali si ritrovano a dover ricercare un nuovo assetto e un nuovo ruolo a seguito del cambiamento in atto dopo che avevano trovato nel tempo un certo equilibrio. 

 

    E’ proprio il caso di questo vecchio capannone produttivo (inquadrato all’ interno di un Piano di Recupero) posto al margine dell’edificato storico di Monteroni d’Arbia in un’area  cuscinetto che la divide, a sud, dall'area dove sono concentrate le altre attività produttive.

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Stato Attuale

   Il capannone produttivo rimane l’unica singolarità non più congrua  in un’ area che si sta riappropriando di un ruolo residenziale che forse non ha mai avuto ma che man mano si sta trasformando in questa direzione. Per tale motivo è stato necessario definire un’ adeguata chiusura a questo quartiere che ha nel capannone l’ultimo elemento anomalo posizionato a nord in corrispondenza del canale che trasversalmente circoscrive l’intera area.  Questa porzione del tessuto urbano di Monteroni d’Arbia è basato su un modello di edificazione “molecolare” che si caratterizza solo ed esclusivamente per essere vincolato ai confini di lotti edificabili piu’ o meno regolari.

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Il Progetto

       

    La proposta progettuale ha cercato di tener conto di tutte queste tematiche tentando di dare un’adeguata chiusura a questo quartiere nel rispetto sia degli edifici esistenti e sia del nuovo sistema della viabilità (Via La Pira) non dimenticando la memoria storica del luogo che è rappresentato dall’attuale capannone produttivo.

    

    La genesi progettuale si identifica con un impianto planimetrico che allinea il nuovo edificio con quello direttamente adiacente a sud completando in tal modo il sistema dell’edificato lungo Via La Pira. L’impianto planimetrico del nuovo edificio nasce dall’intreccio di due matrici; la prima è quella che riprende l’allineamento del vecchio capannone industriale (tratteggio rosso) e che definisce l’orientamento della parte meridionale dell’edificio; la seconda matrice è legata alla strada principale  (tratteggio blu) e caratterizza l’allineamento dell’intero edificio che ha nella parte nord un livello in piu’ come segno forte di chiusura dell’intero comparto. Le due parti sono divise da un percorso pedonale a doppia altezza per rafforzare la diversificazione dei due volumi.


 

    La presenza di alti cipressi lungo Via Brodolini  rappresentano un forte elemento di chiusura dell’edificato e cio’ ha influito sull’idea progettuale di elevare a 3 livelli la parte nord del nuovo edificio. In tal modo anche volumetricamente si evidenzia come l’intera area venga definitivamente chiusa senza oltremodo influire negativamente sull’edificato circostante.   

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     In di una tematica cosi’ importante costituita dall’inserimento architettonico con sostituzione di un elemento esistente (capannone produttivo)    - che rappresenta ormai un’entità estranea in quest’area - la proposta progettuale ha la pretesa di cercare un linguaggio vario e possibilmente moderno, consapevole dei valori della tradizione ma distinto dal tentativo, oggi sempre piu’ diffuso, di mimesi con una qualità architettonica sempre piu’ di livello basso. 


 

    In sostituzione del fabbricato esistente si propone quindi la realizzazione di un nuovo edificio in linea per complessivi 10 alloggi. La presenza unificatrice di un elemento forte costituito dal loggiato ha la duplice funzione di isolare il nuovo edificio dal fronte strada e mimetizzare quella parte di edificio piu’ bassa il cui fronte si discosta dall’allineamento principale a testimonianza del vecchio fabbricato che non ci sarà piu’.  


 

    Il loggiato sarà interrotto nella parte centrale per mettere in risalto il passaggio pedonale coperto per collegare visivamente anche la parte posteriore ed evitare che un fronte continuo possa rappresentare, per gli edifici posizionati sul retro, un elemento disturbatore. 


   La distribuzione dei vari ambienti risponde alle esigenze di sfruttamento del calore dovuto all’irraggiamento solare: i locali a maggior esigenza di riscaldamento saranno disposti a sud-est. 

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